Del domani non v’è certezza; anzi, alla luce delle anticipazioni sui contenuti della legge di bilancio, almeno per il pubblico impiego, le uniche cose certe sono anche quelle meno positive. Le notizie che circolano con insistenza inducono a credere che il rinnovo del contratto collettivo non arriverà prima del 2018, in barba all’intesa sottoscritta con urgenza alla vigilia del referendum costituzionale dello scorso anno. Come se non bastasse, le risorse continuano ad essere appena sufficienti a coprire un aumento stipendiale dignitoso, a regime, di poco più di 50 euro netti, a fronte di una perdita del potere d’acquisto di almeno 200 euro. Poco o nulla, infine, anche sul versante occupazionale. Meno di 8mila nuove assunzioni non risolvono le carenze negli organici, soprattutto a livello di enti locali.