L’analisi di Unimpresa. L’impatto dell’emergenza sanitaria sulle casse dello Stato
Se si sommano le uscite straordinarie, necessarie per garantire gli aiuti economici alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie, alla riduzione delle entrate tributarie legate alla crisi economica dovuta alla pandemia, l’emergenza sanitaria è costata oltre duecento miliardi di euro alle casse dello Stato. È quanto emerge dai conti fatti dal Centro Studi Unimpresa per stimare l’impatto della pandemia di Coronavirus sulla finanza pubblica e quello che ne è esce fuori è un conto piuttosto salato. Secondo l’indagine, il conto finale, spalmato sul triennio 2020-2022, di tutte le misure decise da Palazzo Chigi ammonta a 218 miliardi, di cui 139 miliardi di euro sono legati alle uscite straordinarie e 79 miliardi ai minori incassi fiscali. L’analisi del Centro studi, spiega Unimpresa, «prende in considerazione gli effetti finanziari delle misure adottate nel 2020 con i decreti legge n. 18, n. 23 (cosiddetto “liquidità”), n. 34 (“rilancio”), n. 104 (“agosto”), n. 137 (“ristori”) e n. 149, 157, 157 (rispettivamente “ristori bis”, “ristori ter”, “ristori quater”)», ovvero gli otto provvedimenti legislativi con i quali il governo ha cercato di far fronte, durante lo scorso anno alle conseguenze economiche della crisi sanitaria. Snocciolando le cifre, l’associazione di categoria spiega che Più nel dettaglio, le misure inoltrate con quegli otto decreti d’urgenza pesano per 126,5 miliardi sul bilancio statale del 2020, per 51,9 miliardi su quello del 2021 e per 40,2 miliardi su quello del 2022.