Assipan-Confcommercio lancia il grido di allarme sulle imprese artigiane. E chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico. A rischio fino a 1.350 imprese e circa 5.300 posti di lavoro
Mentre a luglio il Misery Index, l’indice di disagio sociale elaborato da Confcommercio, è aumentato rispetto al mese precedente – e si prevede che «nell’ultima parte del 2022 e nei mesi iniziali del 2023 l’area del disagio sociale continui ad ampliarsi» -, l’aumento esponenziale delle utenze del gas e dell’energia elettrica stanno ponendo a serio rischio la tenuta delle imprese della panificazione. «Abbiamo non più di sessanta giorni davanti», afferma il presidente nazionale Assipan-Confcommercio, Antonio Tassone. «Il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali». Le prime stime prudenziali degli effetti della crisi sul settore della panificazione, evidenziano che da qui alla metà del 2023, in assenza di aiuti concreti alle imprese e/o di interventi lineari e strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro. Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore, alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato Ttf, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato Ttf. Inoltre, il contesto economico attuale richiede di riconsiderare l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, così come avvenuto in piena emergenza pandemica. Senza questi interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole degli italiani.