Dalla Francia, secondo attacco alla futura premier d’Italia. In molte non riescono ad accettare che a rompere il tetto di cristallo nel nostro Paese sarà una donna di destra
In un Paese normale, chiunque, a livello istituzionale soprattutto, avrebbe chiesto immediate spiegazioni, invece la futura premier italiana, Giorgia Meloni, anche oggi si è dovuta difendere da sola – e come sempre – dall’ennesimo attacco. «Vogliamo lavorare con Roma ma vigileremo sul rispetto dei diritti e delle libertà. È importante che il governo Meloni resti nel fronte europeo contro Mosca e in favore delle sanzioni», ha dichiarato oggi in un’intervista al quotidiano La Repubblica la nuova ministra degli Affari europei del governo francese, Laurance Boone. Replicando, così, ciò che aveva già detto Elisabeth Borne, la premier francese, a sua volta ripetendo ciò che aveva maldestramente dichiarato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. «Saremo attenti, affinché i valori sui diritti umani, sul rispetto reciproco, in particolare sul diritto all’aborto, siano rispettati da tutti», disse lapidariamente Elisabeth Borne a Giorgia Meloni fresca di vittoria. Mentre i Governatori delle Regioni Emilia-Romagna e Lazio, Bonaccini e Zingaretti, si sbrigano a rendere disponibile anche nei consultori la pillola abortiva RU486 – disponibilità che evidentemente prima non c’era, prima cioè del risultato clamoroso alle elezioni del 25 settembre – altre donne, altri mondi femminili continuano ad andare in agitazione. Altri, tuttavia, nel variegato universo femminista osservano con attenzione. Ad esempio, la “Rete per l’inviolabilità del corpo femminile” (con il sostegno di molte altre singole e associazioni nazionali e internazionali) ha lanciato durante le elezioni l’iniziativa «Un orizzonte politico comune alle donne di tutti i partiti», che tra i suoi temi ha, oltre a “neopatriarcato”, anche “tutto il lavoro necessario per vivere”, “maternità al centro” e “inviolabilità dei corpi”, per citarne alcuni temo fondanti. Come a dire, unite è meglio. Perché è fuori di dubbio e al di là da qualsiasi recinto politico, che sarà la prima donna premier (e di destra) a sfondare il famoso tetto di cristallo in Italia duro a infrangersi, nonostante le quote rosa. Non se ne vogliono fare una ragione, insieme a Rula Jebreal, tante donne di sinistra, Pd compreso, anche se di sinistra non ha più nulla e da tempo. Come si è difesa Giorgia Meloni? «Voglio sperare che, come spesso accade, la stampa di sinistra abbia travisato le reali dichiarazioni fatte da esponenti di governo stranieri, e confido che il Governo francese smentisca immediatamente queste parole, che somigliano troppo a una inaccettabile minaccia d’ingerenza contro uno Stato sovrano, membro dell’Unione Europea. L’era dei governi a guida Pd che chiedono tutela all’estero è finita, credo sia chiaro a tutti, in Italia e in Europa», ha scritto in un post su Facebook, la presidente di FdI. Chissà quanto ci metteranno a capirlo.