Giornata di record per Giorgia Meloni, per il centrodestra e per l’Italia. «Tutta la coalizione, che non a caso si è presentata insieme alle consultazioni, ha proposto la “sottoscritta” in maniera unanime come premier»
Che Giorgia Meloni oggi avrebbe ricevuto l’incarico, prima donna della storia repubblicana a diventare premier, non era un mistero per nessuno, ma la giornata resta comunque storica e non priva di suggestioni. «È andata bene. Le idee sono abbastanza chiare», ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia al termine del colloquio di stamattina, puntuale alle 10.30 come da calendario, con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Un colloquio brevissimo, nello studio alla Vetrata del Quirinale – da record, circa 7 minuti – tra il presidente della Repubblica e la foltissima delegazione del centrodestra, di cui facevano parte Lega e Forza Italia con i rispettivi leader, Salvini e Berlusconi, e con il leader di Civici d’Italia Noi Moderati Maie, Maurizio Lupi. Le agenzie di stampa hanno riferito che a parlare è stata soltanto la leader di FdI e che il capo dello Stato ha chiesto agli altri leader presenti se fossero d’accordo con lei. Prima di rendere le loro dichiarazioni alla stampa riunita nella loggia d’onore del Quirinale, i leader del centrodestra hanno fatto il punto nella sala del bronzino. E quindi «la delegazione del centrodestra ha convenuto sulla necessità di dare a questo Paese un nuovo Governo nel minor tempo possibile. Tutta la coalizione ha dato un’indicazione unanime proponendo la sottoscritta come persona incaricata di formare il Governo», ha detto ai giornalisti presenti Meloni. «Ora attendiamo le indicazioni del presidente della Repubblica e già da ora diciamo che siamo pronti», ha aggiunto senza accettare altre domande dai giornalisti. Concluso l’incontro con la nutrita delegazione del centrodestra, per il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si sono profilate ore di riflessione. Ma neanche tante, perché l’incarico alla premier in pectore, Giorgia Meloni, sarebbe arrivato già nel pomeriggio, come si è potuto evincere già stamattina dalle parole di Giovanni Grasso, consigliere per la stampa e la comunicazione del presidente della Repubblica. Altro record. Nel frattempo, a Bruxelles con un «grazie Mario arrivederci» si concludeva il video di addio, di poco più di un minuto, proiettato dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per salutare il premier italiano uscente Mario Draghi al suo ultimo vertice Ue. Che ha ricordato come «tutto è iniziato 31 anni fa, quando ho accettato la carica di sottosegretario di Stato e il mio primo compito è stato quello di affrontare il fallimento della Russia in una riunione del G7. È stato un lungo viaggio». L’attesa per l’incarico a Meloni sarebbe derivata anche dal fatto che Mario Draghi era contemporaneamente a Bruxelles – dove peraltro ha avuto un incontro bilaterale con il cancelliere tedesco Olaf Scholz – e, per cortesia istituzionale, il Colle avrebbe voluto attendere il suo rientro in Italia per conferire il mandato alla nuova premier. Consultazione lampo, incarico lampo.