Nei campi e nell’impresa, il posto c’è. Nell’ortofrutta servono almeno quarantamila lavoratori. Sono 650mila le aziende straniere in Italia su poco più di 6 milioni
O da braccianti o da imprenditori: la presenza di stranieri in Italia è sempre più importante. Coldiretti ha lanciato oggi un allarme: «Nei frutteti italiani con l’arrivo dell’estate servono almeno quarantamila lavoratori», anche per colmare la mancanza di manodopera che lo scorso anno ha comportato una «perdita rilevante» dei raccolti agricoli nazionali. Servono «subito nuovi ingressi» in riferimento alla nuova programmazione dei flussi di immigrazione decisa ieri dal Consiglio dei Ministri. D’altronde, un frutto su quattro, dalla fragola veronese alle mele del Trentino, viene raccolto da mani straniere. Il settore ortofrutticolo garantisce all’Italia 440mila posti di lavoro, oltre il 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato, il 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole su più di un milione di ettari coltivati in Italia oggi a rischio. Ma c’è dell’altro: secondo il Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, dai dati 2018-2022 elaborati da Unioncamere-InfoCamere, a fine del 2022 le imprese con una prevalenza di soci e/o amministratori nati al di fuori dei confini nazionali sfioravano le 650mila unità, poco più del 10% dell’intera base imprenditoriale del Paese (poco sopra i 6 milioni di unità). Negli ultimi 5 anni, l’imprenditoria straniera ha fatto segnare una crescita cumulata del 7,6% a fronte di un calo delle imprese di nostri connazionali del 2,3%. Dal 2018 a oggi, le imprese di stranieri sono aumentate di 45.617 unità, mentre le non straniere sono diminuite di 126.013 unità.