Classi di età
L’8 luglio l’Istat ha presentato il suo rapporto annuale. Per quanto riguarda la popolazione anziana, si segnalano, in particolare, alcuni aspetti molto interessanti. In primo luogo, sta diminuendo il numero dei decessi rispetto gli anni precedenti. Altro dato, la speranza di vita alla nascita è di 80,5 anni per gli uomini e 84,8 per le donne. Quella media è di 83 anni che è superiore alla Germania che ha 81,7 anni e alla Francia 82,5 anni. Ed ancora: gli ultra65enni sono 14.177.000 persone pari al 24,1% della popolazione italiana, mentre gli ultra ottantenni (quelli maggiormente soggetti a malattie croniche e invalidanti, quindi bisognose di assistenza medica o ricoveri) sono 4.530.000 pari al 7,7% della popolazione.
Lo squilibrio
Il 2022 si chiuso con un incremento degli ultracentenari. Al 31 dicembre, in Italia erano ben 22.000, con un aumento di 2.000 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Fra chi ha più di cento anni, le donne sono l’80% del totale. Tutto ciò finisce chiaramente per avere ripercussioni sull’intero sistema Paese, con sempre meno persone in età lavorativa rispetto a coloro che, viceversa, sono usciti dal mercato del lavoro. Il rapporto anziani/giovani è infatti squilibrato con 118 anziani ogni 100 giovani da 15 a 34 anni ed è in forte crescita, perché nel 2001 era di 70 anziani per 100 giovani. Ciò è indicato dal bilancio demografico dello scorso anno con 393.000 nascite e 713.000 decessi.