Smog alle stelle in Lombardia. E, oggi, in Emilia
Continua ad essere oltre i limiti consentiti la concentrazione di polveri sottili in quasi tutta la Lombardia, territorio in cui in 9 province, Milano compresa, sono in vigore le misure antismog di primo livello, come il divieto di circolazione dei mezzi più inquinanti durante il giorno. Male anche oggi, in Emilia-Romagna, dove sono stati registrati livelli di particolato pm10 oltre il doppio della soglia giornaliera indicata per legge. A Torino nell’ultimo mese, il 58% dei giorni le micropolveri, con dimensioni uguali o inferiori a 2,5 micron, sono state molto alte. In Toscana, il presidente (Pd) Giani descrive il suo territorio lontano «mille miglia dalla situazione della Lombardia».
Pur in presenza di numeri, percentuali e leggi, si oscilla tra l’allarmismo e la prudenza. O il buon senso. La battaglia tra il Sindaco di Milano e il presidente della Regione Lombardia sulle politiche ambientali, è sfumata quando poi lo stesso Sala e Fontana hanno convenuto sul fatto che i dati di IQair, società svizzera che realizza purificatori, «su Milano non sono seri». Secondo la società, infatti, dalla quale sono partite le polemiche il capoluogo lombardo sarebbe terzo nella classifica mondiale, insieme a Nuova Delhi, in termini di smog a causa del PM2.5 di 29,7 volte il valore guida annuale fissato dall’Oms. Per la Società italiana di medicina ambientale (Sima), l’Italia è «il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 80mila decessi prematuri all’anno», mentre per la Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), a Milano vi sarebbe, a causa dello smog, «un alto rischio di infertilità».
Ce n’è un altro ancora di rischio, ben sottolineato dalla Lega in Lombardia, e cioè che il problema dello smog è dovuto anche alla conformazione della Pianura Padana e non soltanto da chi, per varie ragioni, a usare mezzi «inquinanti» ogni giorno. Sì, la situazione è complicata, bisogna tutelare la salute. Ma considerare anche che un qualsiasi “piano aria”, eccessivamente restrittivo, potrebbe mettere in ginocchio il tessuto produttivo di una qualsiasi città.