Scioperi, «quasi 40% nel settore dei trasporti»
La legge sul diritto di sciopero c’è e viene rispettata e c’è anche una Commissione ad hoc. Eppure, ha riferito oggi la presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici, Paola Bellocchi, durante l’illustrazione della Relazione annuale riferita al 2023, «è un dato evidente che la conflittualità nel settore è sempre sostenuta: su 1649 proclamazioni nel 2023, ben 639 sono nell’ambito del trasporto passeggeri (aereo, ferroviario, marittimo, pubblico locale). Più o meno gli stessi livelli di dieci anni fa». D’altronde, quello dei Trasporti e delle Infrastrutture resta uno dei nodi irrisolti del nostro Paese, che sconta ritardi e problemi tra cui, in comune ai vari comparti in cui si suddivide il vastissimo settore, vi è, in primis, quello della carenza di personale. Per il trasporto aereo italiano, in attesa di un via libera UE sull’alleanza Ita-Lufthansa, basti pensare che, soltanto che nel 2023, una sola compagnia aerea low cost, Ryan Air, ha trasportato oltre la metà dei passeggeri, per la precisione il 52%, sui voli nazionali, secondo le stime del Corriere della Sera pubblicate il 6 aprile di quest’anno. Se le sigle sindacali, forse troppe, ma spesso unite nelle proteste, continuano a indire scioperi è perché i problemi restano e il trasporto pubblico, invece di essere valorizzato, sembra essere depotenziamento. Nel Tpl, si lamentano problemi di sicurezza, in termini di infrastrutture e di mezzi, nonché di sempre più violente aggressioni, di scarse risorse sia umane sia economiche, di assenza di interventi strutturati, spesso di problematiche salariali.
Nel trasporto ferroviario, oltre a quanto già elencato per il Tpl, comprese questioni contrattuali irrisolte, vi è anche il rischio di privatizzazione di Ferrovie dello Stato. Stress da lavoro dovuto alla carenza di personale è evidenziato in tutti i settori, che, a fronte di contratti e di servizi che rimangono gli stessi, finisce per intensificare sempre di più i carichi delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.
È chiaro, uno sciopero nei servizi pubblici, in primis nel traporto ferroviario e nel Tpl, è molto sofferto dall’utenza, ma resta l’unico modo allo stato attuale per farsi ascoltare. Ma non basta, però, a risolvere annosi problemi.