Questo il principale indicatore che emerge sia dalle europee che dalle amministrative
di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Si è chiusa la tornata elettorale con i risultati dei ballottaggi nelle amministrative, che hanno segnato una buona prestazione del centrosinistra, con la vittoria di sei capoluoghi di Regione, da Firenze a Bari, da Campobasso a Potenza, da Perugia a Cagliari, mentre il centrodestra si è aggiudicato Lecce, Rovigo e Vercelli. Tirando le somme, il primo dato da considerare è, come ultimamente alle elezioni accade molto spesso, quello dell’astensionismo. Ai ballottaggi, infatti, è andato a votare solo il 47,71% degli aventi diritto, meno della metà degli elettori, un numero ancora molto più basso rispetto a quello, già notoriamente in calo, del primo turno, stavolta al 62,83%. Per questo si sta facendo largo nella maggioranza una proposta di legge per evitare il secondo turno nel caso in cui un candidato ottenesse più del 40% delle preferenze al primo. Secondo elemento che emerge da queste votazioni è il buon risultato ottenuto dall’opposizione di sinistra confermando che, in Italia, nonostante gli allarmismi del tutto fuori luogo e piuttosto ideologizzati generati dalla nascita del governo di destra a guida Meloni, la democrazia funziona. Gli elettori scelgono, e se alle europee hanno premiato soprattutto la destra, alle amministrative in molti hanno scelto la sinistra, spesso anche cambiando preferenze in base alla situazione contingente ed essendo meno fidelizzati rispetto al passato. Terzo dato, tutto interno al centrosinistra, l’affermazione del Partito Democratico accanto alla debacle del Movimento Cinque Stelle. Sembra ormai del tutto terminata la breve epoca del “tripolarismo”. Con la leadership poco convincente di Conte, ma soprattutto a causa della scelta della formazione grillina di superare l’iniziale alterità rispetto sia alla destra che alla sinistra ed entrare a tutto tondo nel campo progressista, già occupato stabilmente e storicamente da Pd e Avs, il movimento sembra ormai aver del tutto perso la propria ragion d’essere. Ed ecco quindi il ritorno in pompa magna del bipolarismo in Italia, con, tra l’altro, le coalizioni guidate per la prima volta nella storia del Paese, da due donne, l’apripista Giorgia Meloni, al governo con ottimi risultati, poi seguita da Elly Shlein, il cui ruolo di guida sia del suo partito che della coalizione da questo appuntamento elettorale esce rafforzato. Un bipolarismo che potrebbe avere il pregio di semplificare e chiarire il dibattito politico, purché sia fondato, questo sarebbe un risultato importante per tutti, su un convinto rispetto reciproco, pur nelle necessarie e doverose differenze.

Il futuro è lavoro
Oggi si celebra la prima giornata del Quinto Congresso Confederale, con l’intervento delle autorità ed i saluti dei rappresentanti delle altre organizzazioni sindacali. Abbiamo scelto, come slogan dell’evento, ma soprattutto come leit motif del dibattito odierno, il tema del lavoro nel mondo del futuro. Per ribadire, anche in epoca di grandi innovazioni tecnologiche, la centralità dell’uomo, che non è il mezzo, ma il fine di ogni attività produttiva. Anche in un mondo dominato dal digitale e dall’intelligenza artificiale. Questa la visione chiara dell’Ugl per difendere e migliorare le condizioni di lavoro, per una modernità socialmente sostenibile.