di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Una buona occupazione femminile aumenta il tasso di natalità: lavoro e famiglia, stando ai dati, non sono, quindi, due elementi in antitesi fra loro per le donne, ma, al contrario, poter contare su un impiego e quindi su una maggiore stabilità economica è una premessa importante per mettere su famiglia. Lo chiarisce un intervento della demografa Maria Rita Testa, pubblicato oggi sul Sole 24 Ore, che analizza, sulla base dei dati Istat, la correlazione tra l’aumento dell’occupazione femminile e il tasso di natalità in Italia. Secondo l’Istat, il tasso di occupazione femminile è in crescita, attestandosi al 52,7% nel primo trimestre del 2024, rispetto al 51,9% del 2023. Tuttavia, il gap rispetto al tasso di occupazione maschile rimane significativo, con una differenza di 18 punti percentuali, uno tra i più alti in Europa, dove la media è del 10%. E poi il divario salariale, che essenzialmente deriva dalle interruzioni di carriera per la maternità e dalla diffusione del lavoro part-time tra le donne, ovvero dal fatto che la minore disponibilità di tempo da dedicare al lavoro, proprio a causa dei carichi familiari, si traduce in minori entrate. Un dato interessante è l’aumento dell’occupazione tra le donne di età compresa tra 25 e 34 anni, fascia cruciale sia per l’ingresso nel mercato del lavoro sia per la fertilità. Esiste una correlazione tra il tasso di occupazione femminile e il tasso di fecondità: le aree con più donne occupate, come le province di Bolzano e Trento, registrano tassi di natalità più alti rispetto a Regioni come la Sardegna e il Molise, dove sia l’occupazione femminile che la fecondità sono inferiori. Per realizzare questa combinazione virtuosa fra occupazione e natalità è necessario, però, che il lavoro stesso sia stabile e sicuro. Non basta solo la domanda di lavoro: il trait d’union fra lavoro e famiglia sono le politiche di welfare, che consentono la conciliazione, alleggerendo il carico di cura familiare. Quindi i servizi per l’infanzia e non solo, più in generale la qualità di tutti servizi a disposizione dei cittadini. Non a caso le aree in cui è maggiore il tasso di natalità sono anche quelle più vivibili. Dal lato delle imprese, poi, è fondamentale l’attuazione di politiche family friendly, come la flessibilità lavorativa nelle sue varie sfaccettature e la presenza di welfare aziendale. Dal punto di vista dell’Ugl e della nostra visione di difesa dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, questi dati, che dimostrano la correlazione tra natalità e occupazione femminile, non fanno che confermare ciò che abbiamo sempre sostenuto: che il lavoro è la prima ed insostituibile fonte di realizzazione personale e che, per i singoli, per le famiglie, ma anche per l’interesse, demografico come economico, dell’intera comunità nazionale, occorre sostenere la conciliazione tra vita professionale e vita familiare.