Le comunicazioni del premier in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre. L’appello sulla nomina di Fitto a commissario e vicepresidente della nuova Commissione UE

«L’approccio dell’Europa in materia migratoria è oggi molto diverso da quello del passato, grazie soprattutto all’impulso italiano. Sono orgogliosa che l’Italia sia diventata, da questo punto di vista, un modello da seguire». Poi la conferma: «È già previsto che io vada in Libano e il ministro Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è intervenuto oggi in Parlamento – prima al Senato, nel pomeriggio alla Camera – per le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre. «Questa nuova legislatura europea – ha detto Meloni, prendendo la parola questa mattina nell’aula di Palazzo Madama – si è aperta all’insegna della preoccupazione e dell’incertezza. Per il protrarsi della guerra in Ucraina, per la drammatica escalation in Medio Oriente, per i mutamenti geopolitici e per le molte difficoltà che attraversa l’economia europea, in parte conseguenza di questi scenari, in parte figlie degli errori del passato». L’auspicio del premier, allora, è che anche le opposizioni possano procedere in direzione dell’indicazione di Raffaele Fitto quale commissario e vicepresidente della nuova Commissione europea di Ursula von der Leyen. «Questa indicazione – ha spiegato Meloni – è la conferma di una ritrovata centralità dell’Italia in ambito europeo, rafforzata da un governo credibile» ed «è la ragione per cui mi auguro che tutte le forze italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi, per consentire alla Commissione, in un momento così delicato, di essere pienamente funzionante dal primo dicembre». La questione, ha osservato Meloni, riguarda inoltre le sfide del futuro. «Il rapporto Letta sul mercato interno e, ancor più, il rapporto Draghi sulla competitività europea, hanno fotografato con chiarezza i numeri e le ragioni della nostra perdita di ruolo negli ultimi decenni. Entrambi i rapporti ammettono in sostanza che il mondo nel quale troppo a lungo ci siamo crogiolati è finito e che dunque non possiamo sfuggire all’occasione storica che questa nuova legislatura europea ci offre: scegliere finalmente, e con coraggio, che cosa vogliamo essere e dove vogliamo andare». Quanto al conflitto in Ucraina, «giovedì scorso – ha ricordato – ho ricevuto a Roma il presidente Zelensky e in quell’occasione ho ribadito ancora una volta che difendere» Kiev «è nell’interesse dell’Italia e dell’Europa, perché significa tutelare quel sistema di regole che tiene insieme la comunità internazionale e protegge ogni Nazione». Meloni ha poi confermato l’inaccettabilità di quanto accaduto in Libano alla missione Unifil. «Pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati, sia di quelli impegnati nella missione Unifil dell’Onu, sia di quelli impegnati nella missione bilaterale Mibil, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni alla stabilità lungo il confine Israelo-libanese».