Il sottosegretario al lavoro, Claudio Durigon, lancia una proposta che potrebbe ridare maggiore flessibilità in uscita al sistema previdenziale. L’idea, che riprende in parte quanto già previsto in passato con la cosiddetta Rita, è quella di permettere al pensionando di raggiungere i requisiti richiesti dalla pensione contributiva, mettendo insieme quanto percepito dall’Inps con quello spettante dalla previdenza complementare. La pensione contributiva, conosciuta anche come Quota 84, prevede una età anagrafica minima di 64 anni, una anzianità contributiva di almeno venti anni e un assegno percepito pari a non meno tre volte l’assegno minimo per gli uomini (per le donne è un poco più basso e si riduce ulteriormente in presenza di figli). Stante la difficoltà di raggiungere la soglia minima soltanto con i contributi versati all’Inps, la proposta Durigon è quella di valorizzare le due voci, previdenza pubblica e previdenza complementare, cosa che renderebbe più facilmente raggiungibile l’obiettivo indicato. Peraltro, sarebbe anche una prima risposta concreta sul versante della pensione di garanzia per i giovani e le persone, soprattutto donne, con carriere professionali discontinue. Il tutto partirebbe, salvo novità, con il prossimo anno come sperimentazione, mentre per il 2025 è anche prevista la conferma degli strumenti attualmente in essere, vale a dire Ape sociale, Opzione donna e Quota 103.