Biden autorizza Kiev a usare i missili Usa a lungo raggio. Il sistema missilistico tattico americano raggiunge i 300 km di distanza. L’Iran avverte l’Ue su possibili sanzioni per droni a Mosca. Cina chiede soluzione politica

Sleepy (dormiente), ma mica tanto. È notizia di ieri sera, ma è ancora molto attuale: Joe Biden ha autorizzato l’Ucraina a usare i missili a lungo raggio americani, i cosiddetti Atacms, per colpire in Russia. Secondo il New York Times, che ha citato alcuni funzionari dell’amministrazione Usa, i missili probabilmente saranno dispiegati all’inizio contro le truppe russe e nordcoreane in difesa delle forze ucraine nella regione di Kursk. Ciò non toglie, però, che Biden possa ancora autorizzarne l’uso anche altrove. Una notizia attesa da tempo dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il quale, tuttavia, non ha esultato di fronte alla notizia: «Gli attacchi non si eseguono a parole. Tali cose non si annunciano. I missili parleranno da soli», almeno secondo i media ucraini. Mentre secondo il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, «il presidente Biden ha risposto con un linguaggio che Vladimir Putin comprende». A questo punto, mentre Mosca restava ancora in silenzio, è stato il leader nordcoreano Kim Jong Un a criticare la politica Usa e dell’Occidente in Ucraina perché rischia di innescare un conflitto globale, second quanto riferito dai media statali nordcoreani. La decisione di Biden, infatti, sarebbe una risposta di Washington al coinvolgimento di Pyongyang nella guerra. Scelta che avrebbe diviso persino i consiglieri di Biden, perché, senza dubbio, comporta un cambiamento nella politica estera statunitense a due mesi dall’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, determinato, invece, a limitare il supporto a Kiev. L’aspetto più interessante, si fa per dire, è che secondo alcune fonti citate dallo stesso “New York Times” l’utilizzo di missili a lungo raggio americani non influirà sul corso della guerra. Al massimo potrebbe rappresentare un «chiaro segnale» di deterrenza a Russia e Corea del Nord e un aiuto all’Ucraina a raggiungere obiettivi che altrimenti non sarebbe capace di colpire. Da registrare, purtroppo, anche il totale fallimento della “azione diplomatica” di Olaf Scholz, il quale, appena dopo aver abbassato la cornetta, che sull’Ucraina sono piovuti 120 missili e 90 droni. Si tratta di un attacco tra i più massicci da parte di Mosca, che ha causato ingenti danni alle infrastrutture energetiche e almeno 10 vittime anche nelle zone occidentali del Paese. Al punto da costringere la Polonia a far decollare i caccia a scopo precauzionale.