In concomitanza con lo sciopero dei medici, si cercano ulteriori risorse
Sul versante della manovra finanziaria, la giornata odierna si è caratterizzata per lo sciopero indetto dai sindacati autonomi dei medici e delle altre professioni sanitarie che lamentano soprattutto la mancanza di risorse per l’assunzione di ulteriore personale, per pagare gli straordinari e per rinnovare i contratti collettivi, compresi quelli del settore privato. Uno stato di disagio che si trascina da tempo e che, negli ultimi anni, fra l’altro, ha visto acuirsi il fenomeno delle aggressioni, in particolare nei pronto soccorso, aspetto quest’ultimo che è stato anche oggetto di una indagine parlamentare con il coinvolgimento delle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Dal governo, al netto di qualche polemica di rito, si è letta l’astensione come uno stimolo a fare ancora meglio e di più rispetto agli sforzi già messi in campo negli ultimi dodici mesi. La dotazione del fondo sanitario nazionale è incrementata di 2,5 miliardi per il 2025, di oltre 5 miliardi per il 2026, di quasi 5,8 miliardi per il 2027 e via di seguito a salire fino ai quasi 9 miliardi aggiuntivi dal 2030. Tornando allo sciopero, l’adesione è, come al solito in questi casi, difficile da calcolare. Qualche sigla si è spinta a parlare di stop a 1,2 milioni di prestazioni, immaginando una adesione quasi completa di tutti gli operatori, tranne, naturalmente, quelli impegnati nei servizi di emergenza.