di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

L’indagine sulla qualità della vita 2024 condotta da ItaliaOggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università Sapienza di Roma, mette ancora una volta in evidenza la persistente disparità che caratterizza il nostro territorio nazionale, con le città del Centro-Nord che continuano a distinguersi per capacità di ripresa e sviluppo, mentre il Mezzogiorno resta intrappolato in un contesto di difficoltà socioeconomiche. Le dimensioni prese in considerazione dall’indagine, che includono lavoro, ambiente, sicurezza, salute, istruzione e ricchezza, offrono un quadro chiaro delle sfide che il Sud deve affrontare. È evidente che, senza politiche mirate, il gap tra le due Italie rischia di ampliarsi ulteriormente. Occorre agire con determinazione per invertire questa tendenza. La priorità è creare le condizioni per uno sviluppo che favorisca l’occupazione. Il Mezzogiorno necessita di interventi concreti per promuovere nuovi posti di lavoro attraverso politiche attive che valorizzino il capitale umano. La formazione e la riqualificazione professionale devono essere centrali in questa strategia, perché solo con programmi che facilitino l’incontro tra domanda e offerta di lavoro si può garantire una crescita reale e duratura. Fondamentale, in questo senso, è il rafforzamento della collaborazione tra pubblico e privato, per costruire un sistema occupazionale più solido e inclusivo. Non meno importante è il tema degli investimenti. Il Sud ha bisogno di risorse adeguate per modernizzare le proprie infrastrutture e attirare capitali. Il rifinanziamento del credito d’imposta per le Zone Economiche Speciali, previsto per il 2025, rappresenta un passo nella giusta direzione, ma deve essere solo l’inizio. A queste misure si aggiungono le risorse europee per la coesione e i fondi del Pnrr, che devono essere utilizzati in modo efficace e strategico. Solo così sarà possibile incentivare lo sviluppo industriale e creare opportunità per le nuove generazioni. Non possiamo più permetterci di essere un Paese a due velocità. L’obiettivo deve essere quello di realizzare un’Italia coesa, nella quale benessere e qualità della vita non siano appannaggio di poche aree geografiche, ma diventino un diritto garantito su tutto il territorio nazionale, in cui ogni cittadino abbia accesso a un lavoro dignitoso, sicuro e ben remunerato, un Paese dove i servizi essenziali — dalla sanità all’istruzione — siano garantiti in modo uniforme e dove lo sviluppo economico e sociale sia condiviso da tutte le regioni. Per raggiungere questo obiettivo, serve una visione strategica a lungo termine e la volontà di mettere in campo tutte le risorse disponibili. Il Mezzogiorno non può più essere lasciato indietro, pena non solo una profonda carenza dal punto di vista della giustizia sociale, ma anche un freno allo sviluppo di tutto il nostro Paese.