Assolto il numero uno al mondo che era risultato positivo al clostebol. Per l’Itia «non ha colpa o negligenza»: cosa è successo

Neanche il tempo di esultare per l’importantissimo successo al torneo di Cincinnati che le polemiche hanno avvolto il numero uno al mondo di tennis, Jannik Sinner, nelle ore successive. L’International Tennis Integrity Agency (Itia) ha annunciato nella giornata di ieri che il tennista italiano non sarà sospeso, sebbene positivo al clostebol, che gli era stato individuato dapprima il 10 marzo a Indian Wells, poi di nuovo in un secondo momento. La quantità dello steroide anabolizzante individuata è risultata bassa e, dopo mesi di inchiesta, l’Itia ha scagionato Sinner sulla base di quella che è stata una «contaminazione involontaria». Quest’ultima, secondo le ricostruzioni della difesa di Sinner, sarebbe avvenuta tramite un suo fisioterapista, il quale è venuto a contatto con il tennista dopo aver usato una pomata contenente clostebol, il che spiegherebbe le minime quantità riscontrate. L’International Tennis Integrity Agency ha dunque ritenuto plausibili le prove fornite da Sinner e dal suo staff, decidendo per l’assoluzione, anche se, in riferimento al torneo di Indian Wells, gli sono stati sottratti i punti nel ranking (400) e il premio (350 mila dollari) ottenuti. «Ora mi lascerò alle spalle questo periodo difficile e profondamente sfortunato», l’immediato commento di Sinner. Tuttavia la decisione dell’Itia potrebbe ancora essere messa in discussione dalla Wada e dalla Nado, cioè le agenzie antidoping mondiale e italiana. Non sono mancate le polemiche, anche da parte di colleghi di Sinner come Nick Kyrgios e Denis Shapovalov. «Siamo incoraggiati dal fatto che non sia stata riscontrata nessuna colpa o negligenza da parte di Jannik Sinner», ha fatto invece sapere l’Atp in una nota.