Documento programmatico di bilancio, «attenzione a redditi medio-bassi». Nonostante politiche di bilancio Ue più restrittive, l’Italia conferma il taglio del cuneo fiscale. E non solo

Proroga degli effetti della riforma fiscale e conferma del taglio del cuneo fiscale. Nessun taglio sulle pensioni, ma rivalutazione piena delle minime. In più, come ha dichiarato il capo del Mef, «no a nuove tasse, sacrifici per banche e assicurazioni». Queste le buone notizie, soprattutto per i redditi da lavoro dipendente, contenuti nel Documento programmatico di bilancio, presentato oggi dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, all’indomani e in «coerenza» con una legge di bilancio, approvata dal Consiglio dei ministri, redatta in base alle nuove politiche di bilancio Ue, più restrittive rispetto all’era Covid, approvate nel 2023. Diventano «strutturali gli effetti del cuneo fiscale sul lavoro per i lavoratori dipendenti fino a determinati livelli retributivi, nonché gli interventi a sostegno delle famiglie più numerose», che daranno un impulso favorevole sui consumi e, indirettamente, un impatto benefico sugli investimenti delle imprese. «Qualche beneficio per i redditi oltre i 35mila euro e fino a 40mila euro. Oltre a garantire che nessuno dai 0 ai 40mila euro possa peggiorare la propria situazione, probabilmente ci saranno anche altre classi di reddito che ne beneficeranno. Quindi attenzione ai redditi medio-basso (lavoro dipendente) che avranno una situazione migliore alla precedente». Come è possibile aver fatto una manovra di questo tipo, viste le fosche previsioni delle opposizioni? Grazie alla gestione prudente della finanza pubblica nel 2024 che «ha creato gli spazi finanziari e di bilancio per rendere strutturali delle misure». Il contributo richiesto a banche e assicurazioni? «Più di tre miliardi e mezzo, con un riflesso anche sul 2026».