di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

La forte preoccupazione per la sorte del settore automobilistico italiano e per il futuro dei dipendenti di Stellantis, insieme alla mancanza di prospettive chiare in merito ai piani aziendali, hanno determinato la convinzione dell’Ugl Metalmeccanici di aderire allo sciopero generale di domani, 18 ottobre, realizzando presidi in 7 regioni che corrispondono ai siti produttivi più significativi, per manifestare a sostegno di tutto il comparto. Il nostro sindacato sarà presente in Molise a Termoli, in Campania a Napoli ed Avellino, in Puglia a Bari, in Basilicata a Potenza, nel Lazio a Piedimonte San Germano e, infine, a Torino, capitale dell’auto, con la mia partecipazione alla mobilitazione per dare voce alle istanze dei lavoratori e pretendere un impegno serio nella tutela del lavoro e del futuro del settore. L’automotive è un pilastro dell’economia italiana e la mancanza di strategie concrete sta causando ripercussioni che potrebbero rivelarsi irreversibili. Stiamo vivendo una situazione gravissima, che riguarda non solo i lavoratori diretti e dell’indotto, ma anche i territori che accolgono gli stabilimenti. La chiusura o il ridimensionamento di uno stabilimento, infatti, non impatta solo sull’azienda, sui dipendenti e le loro famiglie, ma sull’intera comunità locale, con effetti a cascata su servizi, infrastrutture e attività economiche. Un tema che tocca il futuro dell’intero Paese e che deve essere affrontato con la massima urgenza. L’Italia rischia di vedere fortemente ridotto il suo ruolo nella produzione automobilistica, un settore in cui ha sempre avuto una posizione di primo piano e che invece sta perdendo, data la crisi del comparto e l’incertezza sugli investimenti futuri di Stellantis in Italia. Una crisi determinata da un complesso di fattori, a partire dai cambiamenti tecnologici e dalla transizione green, ma che deriva anche da dinamiche globali che stanno penalizzando fortemente il mercato europeo, già sotto pressione. Da un lato, quindi, la transizione ecologica che, pur essendo un obiettivo fondamentale per il futuro del pianeta, con la tempistica stringente imposta dall’Ue con il Green Deal, si sta realizzando a discapito dei lavoratori. Dall’altro la concorrenza internazionale, specie quella cinese, che sta mettendo in seria difficoltà le nostre prospettive di crescita. Serve una risposta forte, che abbracci le varie sfaccettature del problema automotive. Un piano strategico che garantisca investimenti adeguati, sostegno ai lavoratori, e soprattutto una visione chiara per il futuro. Sia in Italia, nei confronti di Stellantis, dove c’è un massiccio utilizzo della cassa integrazione e dove l’indotto è in difficoltà ancora maggiore, sia a livello istituzionale, soprattutto europeo, dove occorrono provvedimenti per proteggere il settore e garantire condizioni eque di competizione. Per questo domani saremo in prima linea, insieme ai lavoratori, per chiedere risposte chiare e un piano industriale che tuteli l’occupazione e garantisca un futuro al comparto automotive italiano.