Cassa in deroga per il settore tessile, dell’abbigliamento, del calzaturiero e conciario
L’Inps, per l’anno 2024, ai sensi dell’articolo 2 del decreto-legge 160/2024, riconosce ai lavoratori, dipendenti da datori di lavoro anche artigiani, con forza lavoro media fino a 15 addetti nel semestre precedente, del settore tessile, abbigliamento, calzaturiero e conciario, una integrazione al reddito. L’integrazione è nella misura pari a quella prevista per le integrazioni salariali dall’articolo 3 del dlgs 148/2015; è prevista la contribuzione figurativa o correlata. Il periodo massimo coperto è dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge fino al 31 dicembre 2024. Il datore di lavoro trasmette all’Inps, esclusivamente in via telematica, la domanda di accesso corredata con l’elenco nominativo dei lavoratori, i periodi interessati e la dichiarazione di impossibilità ad accedere ad altra forma di integrazione salariale. Tale integrazione è erogata direttamente dal datore di lavoro, con successivo rimborso o conguaglio. In presenza di documentate e serie difficoltà, il datore di lavoro può richiedere all’Inps il pagamento diretto. Il limite di spesa è fissato in 64,6 milioni di euro per il 2024. È previsto un monitoraggio da parte dell’Inps. La disposizione è in deroga alla normativa vigente che vede l’ammortizzatore sociale riconosciuto dall’ente bilaterale alternativo per l’artigianato. Il successivo articolo 3 contiene delle misure relative al Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria di cui all’articolo 1 della legge 26 ottobre 2016, n. 198. Per effetto di tale disposizione, una quota non superiore al 5% del Fondo unico per il pluralismo e l’innovazione digitale dell’informazione e dell’editoria è destinata a misure di risoluzione di situazioni di crisi occupazionale nelle imprese operanti nel settore dell’informazione e dell’editoria. La gestione degli esuberi nelle imprese dell’informazione e dell’editoria è connessa alle oggettive difficoltà del settore, anche per effetto della transizione digitale in atto e per l’impatto avuto dai social network.