Lo denuncia Save The Children, sottolineando che la metà vive al Sud

In Italia la povertà alimentare è una condizione sempre più diffusa tra i bambini e le bambine. Lo denuncia Save The Children, riferendo che nel 2023 erano circa 200mila i piccoli e le piccole tra 0 e 5 anni, pari all’8,5% del totale, a vivere in famiglie che non riuscivano a garantire loro almeno un pasto proteico ogni due giorni. Una percentuale in aumento rispetto al 7,7% del 2021. A livello territoriale, si registrano forti disomogeneità: oltre la metà risiede al Sud. Nel Mezzogiorno, la quota dei bambini in povertà alimentare sul totale raggiunge il 12,9% mentre al Centro e al Nord si ferma rispettivamente al 6,7 e al 6,1%. Dal rapporto emergono altre criticità: circa un bambino su dieci (9,7%) della stessa fascia d’età ha sperimentato la povertà energetica, cioè ha vissuto in una casa che non era adeguatamente riscaldata in inverno (16,6% al Sud e nelle isole, 7,3% al Centro e 5,7% al Nord). Anche in questo caso l’incidenza è cresciuta rispetto al 2021, quando era all’8,6%. Queste deprivazioni nei primi anni vita costituiscono per le bambine e i bambini che le vivono fattori nocivi alla salute e al benessere che si protraggono anche nelle fasi successive della vita e divengono fattori di trasmissione della povertà alle generazioni successive.