Veti incrociati, Ursula bis in stallo. Tajani: «Fitto ha tutte le carte in regola, no a capricci di partito»

Nella mancata elezione dei sei vicepresidenti della nuova Commissione Ue, guidata da Ursula von der Leyen al secondo mandato, si narra che l’accordo è saltato per veti incrociati tra Socialisti, contro l’attuale ministro degli Affari europei italiani Raffaele Fitto, pur avendo egli passato senza difficoltà le oltre tre ore e mezza di audizione per la sua conferma a vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione, e Popolari, che hanno condizionato qualsiasi decisione soltanto dopo l’audizione della socialista Teresa Ribera al Congresso spagnolo, in veste di ministra per la Transizione ecologica, sulla catastrofe di Valencia, a sua volta candidata a una delle vice presidenze esecutive della Commissione medesima. Giudizio sospeso e voto rinviato, ma con il rischio di far saltare tutta la Commissione e quindi anche Ursula von der Leyen, ponendo così le basi – è l’ipotesi di qualcuno – ad una sua eventuale “sostituzione” con l’ex presidente della Bce Mario Draghi. Ma dal punto di vista interno, cioè nazionale e italiano, c’è qualcosa da considerare: «Fitto è una persona moderata che conosce l’Europa e soprattutto indicato dall’Italia. È consuetudine che lo si voti senza creare problemi perché si tratta dell’interesse nazionale del Paese anche se si è avversari», ha dichiarato il leader di Azione, Carlo Calenda. Ecco perché di fronte allo stallo, ieri, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato: «Ecco a voi la posizione del gruppo dei socialisti europei, nel quale la delegazione più numerosa è quella del Pd di Elly Schlein: a Raffaele Fitto, commissario italiano, va tolta la vicepresidenza della Commissione che la presidente von der Leyen ha deciso di affidare. L’Italia, secondo loro, non merita di avere una vicepresidenza della Commissione». Ma secondo i Socialisti, la condizione posta dai Popolari, in particolare da Manfred Weber, sulla Ribera potrebbe portare ad un cambiamento della maggioranza della Commissione, visto che Fitto potrebbe passare comunque l’esame grazie al voto del gruppo Ecr, quello della destra conservatrice a cui appartiene Meloni, e senza quello dei socialisti. Altrettanta garanzia non avrebbe la Ribera. Di conseguenza, la Commissione sbilanciarsi a destra. E adesso? Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha cercato di rasserenare il clima, spiegando che «il Parlamento europeo voterà sulla prossima Commissione il 27 novembre, c’è ancora tempo. Quest’aula è pienamente impegnata per l’insediamento della nuova Commissione, è la nostra responsabilità e la prendiamo sul serio visto quello che sta succedendo nel mondo».