Esultano invece le forze di opposizione

«La decisione della Corte costituzionale ha chiarito in maniera inequivocabile che la legge sull’autonomia differenziata nel suo insieme è conforme alla Costituzione. Su singoli profili della legge attenderemo le motivazioni della sentenza, per valutare gli eventuali correttivi da apportare». Il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, sottolinea il punto focale della decisione della Corte sui ricorsi delle quattro regioni – Campania, Puglia, Sardegna e Toscana, tutte guidate dal centrosinistra – che hanno impugnato la riforma, tra i punti cardine del programma di governo. Secondo i giudici, la questione di costituzionalità dell’intera legge «non fondata». Da rivedere, invece, alcune specifiche disposizioni, dai Lep, i Livelli essenziali di prestazione, alle aliquote sui tributi. Da qui l’invito al Parlamento a «colmare i vuoti” che ne derivano. Quella della Consulta non è una bocciatura totale, come emergerebbe invece dalla narrazione delle forze che animano l’opposizione. «Bastava leggere meglio la Costituzione per evitare questo ennesimo flop con una legge che ha dei profili di incostituzionalità», ha detto la segretaria del Partito democratico Elly Schlein. «La Corte Costituzionale frena il progetto di autonomia con cui Meloni, Salvini e Tajani volevano fare a pezzi il tricolore e la nostra unità», il commento invece del presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.